Vogliamo essere i testimoni dei tuoi ricordi più belli. Gli eventi che hanno luogo a Villa Partenope sono indimenticabili celebrazioni di momenti importanti. Eventi in cui emerge in tutta la sua luce l’incantevole suggestione della nostra location, una finestra su Napoli e sul suo golfo “..in cui pare sciolto, anche di giorno, un riflesso di luna. Bisogna averlo visto in luci e giornate diverse, giacchè il Golfo di Napoli varia di tinta e d’animo.”
Vogliamo essere i testimoni dei tuoi ricordi più belli. Gli eventi che hanno luogo a Villa Partenope sono indimenticabili celebrazioni di momenti importanti. Eventi in cui emerge in tutta la sua luce l’incantevole suggestione della nostra location, una finestra su Napoli e sul suo golfo “..in cui pare sciolto, anche di giorno, un riflesso di luna. Bisogna averlo visto in luci e giornate diverse, giacchè il Golfo di Napoli varia di tinta e d’animo.”
La Villa
Il territorio
Napoli, l’antica Neapolis di fondazione greca, è il luogo dell’incanto infinito, una terra dalla storia millenaria, che sconfina nel mito.
L’altro nome di Napoli è Partenope, che in greco significa “dall’aspetto di vergine” (oppure “dal volto di vergine”). Prima di essere universalmente nota come una Sirena, Partenope è infatti una fanciulla greca, figlia di Eumelo, re di Fera in Tessaglia, innamorata di Cimone: amore contrastato dal re suo padre, che l’aveva promessa in sposa ad altri.
I due innamorati decidono di fuggire. In nave.
È un fuga d’Amore, una fuga via mare.
Dopo giorni di navigazione, la nave approda sulla costa campana all’interno di un ampio golfo. La coppia di innamorati è finalmente al sicuro. Al sopraggiungere di Partenope sulla nuova terra, la natura sembra risvegliarsi e rifiorire in una florida vegetazione.
«Una terra di fiori e di luci dove la primavera è eterna.», scrive Matilde Serao, nelle sue Leggende napoletane.
L’incanto di Napoli è tanto maggiore quanto più lo si osserva dall’alto: la città infatti si adagia su dolci pendii che contendono la riva al mare. La collina del Vomero è uno di questi: da una posizione elevata offre uno spettacolo di straordinaria, unica bellezza.
La vista del mare che si mescola al cielo di un azzurro meraviglioso, la lunga linea di costa e lo scenario del golfo si compongono in un disegno ampio e il maestoso profilo del Vesuvio corona la scena di indescrivibile fascino, con uno sguardo che non è mai minaccioso, ostile.
L’incanto di Partenope e del suo panorama ha incantato (e incanta tutt’ora!) milioni di viaggiatori. Tra questi, Goethe che, tra i tanti meriti, ebbe quello di coniare una famosa frase che – all’origine – era del tutto scevra della connotazione un po’ sinistra che le recenti tristi vicende di questa città gli hanno consegnato talvolta. «Vedi Napoli e poi muori»: dopo aver visto Napoli, cioè, puoi morire serenamente, nient’altro ti manca. Esprimendo così l’incanto della città, in quella stessa epoca in cui un altro scrittore, il francese Stendhal, ebbe a dire che in Europa c’erano solo due città: Parigi e Napoli, il resto «era una noiosa campagna».
Napoli, l’antica Neapolis di fondazione greca, è il luogo dell’incanto infinito, una terra dalla storia millenaria, che sconfina nel mito.
L’altro nome di Napoli è Partenope, che in greco significa “dall’aspetto di vergine” (oppure “dal volto di vergine”). Prima di essere universalmente nota come una Sirena, Partenope è infatti una fanciulla greca, figlia di Eumelo, re di Fera in Tessaglia, innamorata di Cimone: amore contrastato dal re suo padre, che l’aveva promessa in sposa ad altri.
I due innamorati decidono di fuggire. In nave.
È un fuga d’Amore, una fuga via mare.
Dopo giorni di navigazione, la nave approda sulla costa campana all’interno di un ampio golfo. La coppia di innamorati è finalmente al sicuro. Al sopraggiungere di Partenope sulla nuova terra, la natura sembra risvegliarsi e rifiorire in una florida vegetazione.
«Una terra di fiori e di luci dove la primavera è eterna.», scrive Matilde Serao, nelle sue Leggende napoletane.
L’incanto di Napoli è tanto maggiore quanto più lo si osserva dall’alto: la città infatti si adagia su dolci pendii che contendono la riva al mare. La collina del Vomero è uno di questi: da una posizione elevata offre uno spettacolo di straordinaria, unica bellezza.
La vista del mare che si mescola al cielo di un azzurro meraviglioso, la lunga linea di costa e lo scenario del golfo si compongono in un disegno ampio e il maestoso profilo del Vesuvio corona la scena di indescrivibile fascino, con uno sguardo che non è mai minaccioso, ostile.
L’incanto di Partenope e del suo panorama ha incantato (e incanta tutt’ora!) milioni di viaggiatori. Tra questi, Goethe che, tra i tanti meriti, ebbe quello di coniare una famosa frase che – all’origine – era del tutto scevra della connotazione un po’ sinistra che le recenti tristi vicende di questa città gli hanno consegnato talvolta. «Vedi Napoli e poi muori»: dopo aver visto Napoli, cioè, puoi morire serenamente, nient’altro ti manca. Esprimendo così l’incanto della città, in quella stessa epoca in cui un altro scrittore, il francese Stendhal, ebbe a dire che in Europa c’erano solo due città: Parigi e Napoli, il resto «era una noiosa campagna».
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